Gio. Mar 23rd, 2023

Nella primavera del 1982 iniziava la guerra tra argentini ed inglesi per il possesso delle isole Falkland o malvinas. Vediamone i risvolti.

Il 2 aprile 1982, un venerdì, un radioamatore inglese informava Londra che truppe argentine erano sbarcate sulle isole Falkland-Malvinas, distanti 450 km dalle coste argentine, colonia inglese. Il governatore delle isole Rex Hunt e i 90 militari di presidio sull’isola erano stati fatti tutti prigionieri.

Il giorno dopo, di sabato, gli argenti occupano anche le isole South Georgia, situate un migliaio di km a sud-est delle Falkland, dopo un violento scontro a fuoco con un piccolo reparto di Royal Marines inglesi. Intanto il parlamento inglese, su richiesta del primo ministro sig.ra Margaret Tatcher, approva, quasi all’unanimità, l’intervento militare. E domenica l’ONU condanna l’aggressione e invita gli argentini a ritirare le proprie truppe d’occupazione. Ma inutilmente. Poi lunedì 5 aprile 1982, una Task Force della Royal Navy inglese salpa da Portsmouth con rotta verso l’Atlantico meridionale. Si tratta di ben 2 portaerei con 52 elicotteri e 40 caccia-bombardieri, 2 incrociatori, 12 fregate, 2 navi d’assalto anfibie e 5 sommergibili nucleari e una convenzionale. Alla missione viene assegnato il nome in codice “Operazione Corporate”. Il governo argentino del generale Gualtieri aveva deciso con l’Operazione Rosario di invadere le isole Falkland per distogliere la propria opinione pubblica sulla disastrosa situazione economica in cui si trovava l’Argentina, colpita da una forte inflazione pari al 600 %.

Intanto il segretario di stato USA Alexander Haig fa la spola più volte tra Londra e Buenos Aires ma senza concreti risultati, fino a quando, il 19 aprile 1982, getta la spugna. Ormai è guerra; infatti la Task Force inglese era quasi in vista delle Falkland.

Il 25 aprile avviene il primo scontro; i Royal Marines sbarcano su South Georgia, la riprendono, dopo una pur breve ma intensa battaglia, facendo prigionieri 137 argentini e il loro comandante, capitano Astiz. E il 1° maggio iniziano i primi cannoneggiamenti inglesi sulle Falkland. Subito si registrano le prime perdite: 2 aerei Mirage da parte argentina e un aereo Canberra da parte inglese. Poi il 2 maggio il sommergibile nucleare inglese Conqueror silura e affonda il vecchio incrociatore argentino General Belgrano, portando alla morte ben 300 marinai argentini. Due giorni dopo, viene affondata il cacciatorpediniere inglese Sheffield, colpito da un missile exocet lanciato da un caccia argentino.

Il 21 maggio 1982 avviene, senza incontrare resistenza, lo sbarco di 4.000 truppe inglesi sulla parte occidentale delle Falkland orientali, nella baia di San Carlos, posta tra le due isole principali. Nel frattempo la fregata inglese Ardent viene colpita e affondata.

Vengono colpite altre 4 navi, ma l’aviazione argentina registra la perdita di 17 aerei e 2 elicotteri. Il 25 maggio, gli inglesi perdono altre due navi, ma gli argentini perdono altri ventun velivoli. Tra il 28 e il 29 maggio gli inglesi si impadroniscono di Port Darwin e Goose Green, perdendo solo 17 militari, mentre gli argentini registrano la perdita di 250 militari, più 1.400 prigionieri. Le rimanenti truppe argentine, circa 9.000 uomini, si asserragliano a Port Stanley, ma qui vengono inchiodati e circondati dagli inglesi.

Dopo l’affondamento del cacciatorpediniere inglese Glamorgan, il 14 giugno il generale Menendez si arrende. Le isole Falkland ritornano di nuovo sotto la bandiera inglese.

Le vittime totali sono: 236 morti tra gli inglesi e 750 morti tra gli argentini. Questa sconfitta porterà alle dimissioni del generale argentino Gualtieri e nel 1983 salirà al potere Raul Alfonsin. A distanza di molti anni si è venuto a sapere che le Falkland sono di notevole interesse strategico perché nelle formazioni geologiche del fondo marino vi sarebbe imprigionata grandi quantità di gas naturale. Si pensa che la disputa di tali isole deserte e aride non finisce qui, anche se nel 1995 Londra e Buenos Aires hanno firmato un accordo di cooperazione.

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