Mar. Mar 28th, 2023

E’ in grande aumento, purtroppo, il fenomeno delle denunce di presunto abuso sessuale sui minori. Il maltrattamento dei bambini si concretizza in varie forma quali: la trascuratezza, le lesioni di ordine fisico, psichico e sessuale. Le manifestazioni di pedofilia, ovvero l’interesse sessuale verso i minori, sono in crescita; vi sono procedimenti penali che vedono coinvolti uomini che cercano di abusare di figli di amici, altri che entrano nelle docce degli spogliatoi dei circoli sportivi dei minori, altri che passano ore di fronte al computer osservando foto pornografiche di bimbi.
 

Ci si interroga sul cosa si nasconda dietro la personalità di questi individui. L’infanzia dei pedofili sicuramente è stata sottoposta a qualche tipo di tensione, sono soggetti che a loro volta sono stati oggetto di abusi sessuali o psicologici. Il soggetto pedofilo, nel suo sviluppo psico-sessuale non è riuscito a trovare una gratificazione sessuale nel rapporto con l’ adulto (Storr, 1964). E si assiste ad un fatto: il minore diviene, in certi casi, come il suo abusante, assumendo atteggiamenti e rispondendo all’abuso subito. spesso l’abuso subito provoca un arresto dello sviluppo psicologico, innescando una fissazione nell’ infanzia e creando un trauma (Howitt, 2000). Burgess et al. (1988) osservarono il modello della ri- attuazione, ovvero della “riproduzione diretta” dell’abuso che i trasgressori hanno subito.
 
Questo processo che il soggetto mette in atto è un tentativo di stress causatogli dall’abuso. Il minore diventa inadeguato nel riuscire a controllare la propria eccitazione, ha come conseguenza la fissazione della sfera sessuale. Crescendo la fissazione diventa sempre maggiore e porta il soggetto ad effettuare dei reati: come il commettere un assassinio, stuprare dei bambini o a commettere altri tipi di trasgressione. Si osserva che per adescare un minore, i soggetti con anomalie riguardanti la sfera sessuale utilizzano: la simpatia, l’empatia, delle barzellette, i regali, dolci, caramelle,i giornali pornografici; riescono a diventare amici del bambino, addirittura il confidente, dimostrano un’ attenzione particolare e speciale. In alcuni casi questo fenomeno avviene all’interno della famiglia, la culla di crescita del soggetto.
 
Tra i vari autori Wyre ha descritto il “ciclo deduttivo dell’incesto” elencando le seguenti fasi: l’abusante fa il solletico al bambino, fa il bagno al bambino, l’abusante si eccita e mette in atto le proprie fantasie sessuali, il bambino va a dormire, l’abusante sa che al bambino piace che gli venga fatto il solletico, l’ abusante può utilizzare lezioni sull’educazione sessuale, l’abusante masturba i genitali del bambino, il minore è costretto al silenzio tramite la minaccia ricevuta, il bambino deve mantenere il “segreto”, il contatto sessuale è intensificato, l’abusante pensa sempre di più ma con un pensiero distorto al minore, diventa sempre più difficile mettere fine al contatto sessuale.
 
I bambini vanno incontro alle necessità emotive del pedofilo perché i pedofili con i minori soddisfano il bisogno di dominanza, sono immaturi e quindi riescono, quasi, a creare relazioni alla pari con i bimbi. All’interno della nosografia psichiatrica, la pedofilia rientra nella sfera delle anomalie sessuali. Gli atteggiamenti sessuali abnormi posti in essere, dal pedofilo vanno interpretati come atti di impulso irrefrenabile, correlati alla particolare e complessa struttura di personalità di un individuo portatore di un Disturbo del Controllo degli Impulsi Non Altrimenti Specificato in soggetto Parafilico Pedofilo (DSM IV TR), con interesse sessuale verso i bambini prepuberi (generalmente di 13 anni più piccoli) dalla tipica conformazione fisica di un bambino inferiore a 11 anni, con impulsi sessuali, ricorrenti per almeno sei mesi che comportano attività sessuale con uno o più bambini prepuberi, con tratti di personalità che, pur non rappresentando una modalità costante di rapportarsi all’ ambiente, non rappresentano una chiara connotazione psicopatologica dell’individuo ed oltretutto attengono agli aspetti quantitativi e non qualitativi del modo di essere al mondo dell’ individuo, ovvero al funzionamento socio-relazionale piuttosto che a quello mentale.
 
La caratteristica di questo disturbo è l’ incapacità a resistere ad un desiderio impellente, o alla tentazione di compiere un’azione pericolosa per sé o per gli altri. Sono molte le terapie utilizzate con i pedofili: il condizionamento classico, la modificazione avversiva della fantasia, il ricondizionamento orgasmico, l’ addestramento all’ assertività, i programmi cognitivi. La terapia migliore per determinati soggetti aventi un’alterazione della sfera sessuale è il ricovero in una casa di cura specializzata in cui possa intraprendere un programma di psicoterapia a lungo termine, con assidui colloqui di sostegno, con strategie cognitivo- comportamentali, destinato a liberare l’ individuo dai suoi impulsi patologici nella sfera della condotta sessuale in cui potrà riconoscere la consapevolezza dei propri problemi di soggetto parafilico senza sfuggire alla necessità di un impegno costante, serio e motivato, basato anche sulla sua personale attività di impegno, passato attraverso l’autoanalisi delle sue colpe e delle sue responsabilità.
 
Strategia terapeutica che adotta caratteristiche che facilitano il cambiamento del comportamento, che pone un’ enfasi particolare su un approccio rispettoso, empatico e gratificante e fa esplicita distinzione tra l’ individuo e il proprio comportamento, affrontando i deficit delle abilità sociali. Il comportamento in questione avviene sullo sfondo di fattori individuali predisponesti e di circostanze ambientali scatenanti, il cambiamento del comportamento è analogamente influenzato da tali fattori.

BIBLIOGRAFIA
 
– Craissati J. “gli autori di abusi sessuali sui bambini” Centro Scientifico Editore, Torino, 2002.
– Fornari U. “Trattato di Psichiatria forense”, Utet, Torino, 2008.
– DSM IV TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, American Psychiatric Association, Ed. it. Masson, Milano 2001.
– Howitt D. “Pedofilia e reati sessuali contro i bambini”, Centro Scientifico Editore, Torino, 2000.
 
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